Ecco cosa si celava dietro la compravendita di auto usate e quali potrebbero essere le nuove disposizioni di legge.

 

La caccia agli evasori fiscali si estende anche all’acquisto di auto usate in Europa. Il decreto fiscale in fase di approvazione a Palazzo Chigi e collegato alla manovra di bilancio per il 2020, prevede l’obbligo di un controllo preventivo da parte dell’Agenzia delle Entrate sull’acquisto di auto usate in Paesi UE qualora non sia previsto il versamento dell’iva tramite F24 Elide.

Molti sono stati a partire da Gennaio di quest’anno, le operazioni che hanno portato all’arresto di alcuni rivenditori di auto che attraverso le cosiddette “frodi carosello” hanno evaso l’Iva sulle operazioni di compravendita di auto usate di provenienza estera.

Per evitare le frodi carosello, i realtà il sistema inibisce l’immatricolazione delle auto se manca il pagamento dell’iva. Ma allo stesso tempo prevede tre deroghe:

  • Nei casi in cui si applica il regime del margine;
  • Per i veicoli presentati come beni strumentali;
  • Per quelli che risultano acquistati da privati.

Deroghe facilmente eludibili, visto che molti hanno messo in piedi dei sistemi studiati apposta per sfruttarle a proprio favore. A ciò si aggiungono i controlli da parte delle Motorizzazioni che gestivano le pratiche e i permessi rilasciati dall’Agenzia delle Entrate, che visto i fatti, sono risultati molto superficiali.

Nel 2016, con l’inchiesta nominata Déjà vu, che ha portato all’arresto di tre indagati accusati di associazione a delinquere a carattere transnazionale finalizzata alla commissione di reati contro la fede pubblica e il fisco, gli inquirenti hanno ricostruito come avvenivano le operazioni di frode:

I documenti originali delle auto estere venivano portati in Motorizzazione mentre quelli falsificati venivano presentati all’Agenzia delle Entrate, ovvero la ragione sociale della società acquirente veniva tolta in modo da far figurare come acquirente effettivo un privato, oppure venivano presentate delle dichiarazioni mendaci. Di conseguenza, l’Agenzia delle Entrate, con l’aiuto di uno degli indagati, sbloccava le targhe e quindi le auto potevano essere rivendute e circolare.

Questo sistema ha portato all’evasione di un milione e mezzo di euro.

Ma quello citato non è l’unico caso. E ciò giustifica anche il prezzo finale delle auto , di gran lunga molto più conveniente per l’acquirente finale a discapito dei rivenditori onesti che invece l’iva la pagano regolarmente.

Ma vediamo cosa dovrebbe prevedere la nuova normativa. La novità sarebbe contenuta nell’art.9 del Decreto Fiscale che recita testualmente “Frodi nell’acquisto di veicoli fiscalmente usati”. In buona sostanza, qualora per l’acquisto dell’automobile non è previsto il versamento dell’iva tramite F24 elide, gli acquirenti dovranno comunicarlo all’Agenzia delle Entrate che effettuerà le opportune verifiche. Chi non lo farà potrà incorrere in sanzioni e divenire corresponsabile di eventuale evasione fiscale qualora il fisco accerti la violazione dell’obbligo di pagamento Iva.

Si tratta, quindi, di un obbligo che riguarda sia i titolari di partita iva sia i privati cittadini che verrebbero equiparati a norma di legge. I veicoli considerati sono quelli usati acquistati nei Paesi appartenenti all’Unione Europea.

 

 

 

Fonti:

Il Sole 24 Ore –  “Import parallelo di auto, il cliente ripaga L’iva evasa” – 3 Ottobre 2019

Il messaggero – Vendita di auto dall’estero con maxi evasione dell’iva. L’accusa : “ Questo il meccanismo” – 16 Gennaio 2019

Investireoggi – Acquisto auto usate in Europa : obbligatorio denunciare l’esonero dal pagamento iva – 19 Ottobre 2019